mercoledì 29 gennaio 2014

Società della conoscenza, educazione, tecnologia

La società della conoscenza ci richiede di rapportarci con un sapere dalle caratteristiche nuove: dinamicità, distribuzione e globalizzazione, complessità. Per i sistemi educativi si profilano nuovi compiti: da una parte promuovere la formazione degli strumenti concettuali necessari per rapportarsi con i nuovi saperi e dall’altra rendere i processi di apprendimento al loro interno sinergici con quelli che hanno luogo spontaneamente, soprattutto sulla rete, al di fuori dei contesti istituzionali. Qui vengono identificate e analizzate alcune delle abilità cognitive chiave necessarie per vivere ed operare nella società della conoscenza e viene discusso il ruolo della tecnologia come risorsa per l’apprendimento in relazione all’acquisizione di quelle abilità. Si accenna anche alla situazione della scuola e vengono discusse alcune condizioni necessarie affinché essa possa efficacemente rispondere alle sfide della società della conoscenza.
Il primo e più immediato dei significati associati al termine società della conoscenza riguarda la rilevanza
crescente del sapere in quanto risorsa per la vita individuale e collettiva. Oggi risorse economiche di base non sono più soltanto il capitale finanziario o le risorse naturali, ma anche, o forse soprattutto, i saperi, la creatività, le relazioni e tutto quello che oggi viene definito capitale umano e intellettuale.
Non è il caso di insistere in modo particolare su questo punto, non perché non rappresenti la principale connotazione della società della conoscenza, ma perché esiste una diffusa consapevolezza dell’importanza sociale del cosiddetto
triangolo della conoscenza (istruzione, ricerca e innovazione) in particolare per promuovere la crescita e l’occupazione (Hervàs Soriano e Mulatero, 2009). È tuttavia importante aggiungere che, quando si parla di rilevanza del sapere, non esiste soltanto il versante dello sviluppo economico. Il sapere è anche lo strumento per progredire in una direzione, forse ancora un po’ remota ed utopica, che potremmo chiamare civiltà della conoscenza.
I possibili significati di questo termine sono, almeno in parte, ancora da costruire. Potremmo comunque identificare il nucleo centrale di questa utopia nell’integrazione fra maturità cognitiva e maturità etico-relazionale. Nella civiltà della conoscenza la dimensione cognitiva e quella etica non sono più indipendenti fra loro e sono invece legate in un rapporto di rinforzo reciproco sia a livello del singolo individuo che della collettività. In particolare
la maturità cognitiva collettiva determina un contesto capace di riconoscere il vero e il bene dietro lo schermo della complessità degli eventi e della molteplicità delle immagini promuovendo in tal modo l’etica della vita pubblica in ambito sociale, economico e politico.

Da:Olimpo G. (2010). Società della conoscenza, educazione, tecnologia. TD-Tecnologie Didattiche, 50.

martedì 28 gennaio 2014

Aggiungere CONOSCENZA ai giorni

Il bene supremo al quale l' uomo
deve tendere è la conoscenza.
E' grazie alla conoscenza
se si è giunti fin qui e senza di essa
non possono affermarsi
tutti gli altri valori fondamentali
dei quali l' uomo sente il bisogno
per vivere con consapevolezza.

L' umanità dunque non deve smettere
di conoscere e indagare,
lasciando che la conoscenza
vada in ogni direzione e in ogni luogo,
tendendo verso l' uomo
e non in direzione contraria.
In particolare, in un mondo
governato dal benessere,
dobbiamo preoccuparci e occuparci
di quelle parti del nostro pianeta
in cui si lotta quotidianamente
per la sopravvivenza.

TRATTO DA:
'Aggiungere vita ai giorni'
di Rita Levi Montalicini

domenica 26 gennaio 2014

Dossier ' Outsourcing e gestione dei servizi archivistici e documentali'

Dossier
‘Outsourcing e gestione dei servizi archivistici e documentali’


L’esternalizzazione (outsourcing) o ‘affidamento in esterno’ nasce negli Stati Uniti all’interno dell’industria automobilistica, come strumento in genere adottato per il risanamento delle strutture contabili e lo sviluppo delle attività complementari al core business.
Spandendosi rapidamente in tutti i settori produttivi affiora oggi come uno strumenti manageriale che continua a proporsi in diversi ambiti con varie applicazioni all’interno delle più svariate realtà aziendali, senza distinzione di dimensione, missione aziendale o ambito di appartenenza.
Inizialmente venivano affidate all’esterno soltanto le attività secondarie per il funzionamento fondamentale dell’impresa, ma con il passar del tempo la terziarizzazione ha riguardato grazie alla presenza di operatori sempre più qualificati e specializzati di attività concatenate in interi processi aziendali.
In particolare, il ricorso all’outsourcing nella gestione degli archivi correnti, di deposito e storici è un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto un’importanza sempre maggiore. Dai primi casi di semplice affidamento in custodia di tali fonti e materiali, per un periodo limitato nel tempo e presso i propri magazzini della documentazione prodotta da un’istituzione, di frequente dovuta all’urgenza di lavori di manutenzione nei locali di deposito della stessa, le aziende di outsourcing archivistico si sono specializzate offrendo una sempre maggiore quantità di servizi qualificati.
Il dossier ‘Outsourcing e gestione dei servizi archivistici e documentali’, pubblicato in più parti sul blog ‘Economia della conoscenza (ICT & KM)’, si occupa di definire giuridicamente e praticamente il concetto di ‘esternalizzazione’ e di individuare le fasi di un eventuale processo di ‘decentramento produttivo’, alla luce delle nuove esigenze normative in materia di Gestione Elettronica dei documenti (GED), del Codice dell’Amministrazione Digitale ‘CAD’, nonché del Codice del trattamento dei Dati Personali.

Il dossier completo è acquistabile dal catalogo di ebook on line del centro di formazione GianoForlab, all'indirizzo www.gianoforlb.it, sezione SHOP.

Info e contatti:
mail: rosangela.muscetta13@gmail.com
fb/linkedin: Rosangela Muscetta
fb: Economia della conoscenza
www.gianoforlab.it

Influenza e prevenzione interattiva

La salute a portata di click, è proprio il caso di dirlo, osservando il sito realizzato dal Ministero della Salute per aiutare i cittadini a prevenire e riconoscere i primi stadi influenzali di questo rigido inverno che sembra aspettarci per le prossime settimane. I dati nazionali dimostrano che solo una piccola percentuale dei soggetti a rischio viene vaccinata contro l’influenza, mentre quest’anno il virus si presenta con una forza superiore alla stagione 2007-2008. Ecco perché il Ministero della Salute ha deciso di avviare la ‘Campagna di comunicazione’ in particolare per la prevenzione dell’influenza e per la vaccinazione delle categorie a rischio. Il sito istituzionale di riferimento (www.campagnainfluenza.it) costituisce una novità della Campagna perché affianca alle informazioni istituzionali presenti sul Portale del Ministero, nuovi strumenti e risorse interagenti diretti ad accrescere ulteriormente il rapporto tra Stato e cittadino grazie alle nuove tecnologie della comunicazione.
La ‘Campagna di comunicazione’ del Ministero della Salute diventa dunque interattiva, personalizzata e tale da far penetrare ancora di più la cultura della prevenzione e della vaccinazione contro l’influenza in uno strato sempre più vasto della popolazione italiana. Diversi i servizi gratuiti proposti che permetteranno di manifestare le preferenze e verificare le conoscenze in materia da parte degli utenti, con la possibilità di ricevere risposte personalizzate su una vasta gamma di argomenti diretti alla prevenzione dell'influenza nelle principali situazioni critiche: per gli over 65, per le donne in gravidanza, per i bambini, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, ecc..

Molto rilevante è il cosiddetto ‘Vaccinometro’: una sorta di misuratore digitale che permette con pochi click di sapere se per la situazione di salute dell’utente è raccomandato il ricorso al vaccino anti influenzale (prevenzione farmacologica) o se sono previste altre raccomandazioni (prevenzione non farmacologica). La sezione ‘Come stai?’ permette di effettuare una vera e propria autodiagnosi, nel caso in cui si manifestino i primi sintomi tipici dell’influenza stagionale (febbre, dolori, brividi, tosse, starnuti, mal di gola). Allo stesso modo, la sezione ‘Conoscere per imparare’, è costituita da strumenti per l'autodiagnosi informativa on line, fino al ‘Che influenza farà?’, una sorta di previsioni meteo dell’influenza, per aiutarci a programmare meglio le nostre attività di svago o di lavoro nei prossimi mesi e il ‘Bollettino Influnet’ per conoscere l'andamento del virus nella stagione in corso.
Da sottolineare che tali strumenti interattivi non sostituiscono comunque la diagnosi del medico di fiducia, ma hanno il solo scopo, come più volte sottolineato dal sopra citato Ministero competente, di stimolare l’attività di prevenzione.
Ulteriori risorse informative sono reperibili sul sito del Ministero della Salute.

martedì 21 gennaio 2014

Bando EFSA per la progettazione di siti accessibili

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) è un'organizzazione impegnata all’apertura, alla trasparenza e al dialogo, pertanto dà pubblica diffusione dei propri bandi di gara, degli inviti per la presentazione di proposte (finalizzate all’ottenimento di contributi finanziari) e la presentazione di nuovi dati nonché degli inviti a contribuire a pubbliche consultazioni su temi scientifici inerenti al proprio mandato.

Parti interessate e privati cittadini sono chiamati in tal modo a trasmettere informazioni e dati utili o a coadiuvare l’EFSA nell’adempimento dei suoi compiti e della sua missione. Le informazioni ricevute vengono vagliate e confluiscono eventualmente nelle attività e nella produzione scientifica dell’EFSA, come ad esempio i pareri scientifici e i documenti contenenti linee guida.

Agli indirizzi sottostanti è possibile reperire un bando per la progettazione di siti internet, seguendo i più attuali requisiti di accessibilità, per una sicura e corretta reperibilità delle informazioni.


http://www.efsa.europa.eu/en/tenders/documents/ocefsacomms201309ts.pdf
http://www.efsa.europa.eu/en/tenders/tender/ocefsacomms201309.htm

domenica 19 gennaio 2014

Un Fondo come intervento pubblico di Garanzia sul credito alle PMI italiane

L’iniziativa ‘Fondo di garanzia per le Pmi’ è gestito per conto del Ministero dello Sviluppo Economico dal Raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla mandataria Mediocredito Centrale S.p.A. e dalle mandanti Artigiancassa S.p.A., MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A., Mediocredito Italiano S.p.A. e ICBPI - Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane S.p.A.
Destinato alle piccole e medie imprese di ogni settore per qualunque operazione finanziaria nell’ambito dell’attività imprenditoriale, l’intervento del Fondo assistito dalla garanzia dello Stato abbatte il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro, facilitando l’accesso al credito.
Con il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, l’Unione europea e lo Stato Italiano affiancano le imprese che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario perché non dispongono di sufficienti garanzie. La garanzia pubblica, in pratica, sostituisce le costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento.
La garanzia del Fondo è una agevolazione del Ministero dello sviluppo economico, finanziata anche con le risorse europee dei Programmi operativi nazionale e interregionale 2007-2013, che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore delle PMI. Il Fondo non interviene direttamente nel rapporto tra banca e impresa. Tassi di interesse, condizioni di rimborso ecc., sono lasciati alla contrattazione tra le parti. Ma sulla parte garantita dal Fondo non possono essere acquisite garanzie reali, assicurative o bancarie.

L’impresa deve essere valutata in grado di rimborsare il finanziamento garantito. Deve essere perciò considerata economicamente e finanziariamente sana sulla base di appositi modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi. Le start up sono invece valutate sulla base di piani previsionali.
Possono essere garantite le imprese che rispettano i parametri dimensionali PMI. Singolarmente o tra loro collegate e/o associate debbono avere meno di 250 occupati. Allo stesso tempo, il loro fatturato deve essere inferiore ai 50 milioni di euro o, in alternativa, il totale di bilancio deve essere inferiore a 43 milioni di euro.
L’impresa non può inoltrare la domanda direttamente al Fondo. Deve rivolgersi a una banca per richiedere il finanziamento e, contestualmente, richiedere che sul finanziamento sia acquisita la garanzia diretta. Sarà la banca stessa ad occuparsi della domanda. In alternativa, l’impresa si può rivolgere a un Confidi che garantisce l’operazione in prima istanza e richiede la controgaranzia al Fondo. Tutte le banche sono abilitate a presentare le domande mentre occorre rivolgersi ad un confidi accreditato.
Possono essere garantite le PMI appartenenti a qualsiasi settore con l’eccezione dell’industria automobilistica, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dell’industria carboniera, della siderurgia e delle attività finanziarie. Nel trasporti sono ammissibili solo le imprese che effettuano trasporto merci su strada. Le imprese agricole possono utilizzare soltanto la controgaranzia rivolgendosi ad un confidi che opera nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca.
L’intervento è concesso, fino ad un massimo dell’80% del finanziamento, su tutti i tipi di operazioni sia a breve sia a medio-lungo termine, tanto per liquidità che per investimenti. Il Fondo garantisce a ciascuna impresa un importo massimo di 2,5 milioni di euro, un plafond che può essere utilizzato attraverso una o più operazioni, fino a concorrenza del tetto stabilito, senza un limite al numero di operazioni effettuabili. Il limite si riferisce all’importo garantito, mentre per il finanziamento nel suo complesso non è previsto un tetto massimo.
Le procedure sono snelle e veloci: in tempi rapidi vengono verificati i requisiti di accesso e adottata la delibera. L’impresa viene informata vie e-mail sia della presentazione della domanda sia dell’adozione della delibera.

Inoltre, dal 14 gennaio 2014 è operativa la Sezione Speciale della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità finalizzata agli interventi a favore di imprese femminili.
Ferme restando le percentuali massime di copertura del Fondo previste dalle Disposizioni Operative, le risorse della Sezione Speciale, pari a € 10.000.000, sono impiegate per interventi di garanzia diretta, controgaranzia e cogaranzia del Fondo mediante compartecipazione alla copertura del rischio. Nell'ambito della Sezione Speciale, una quota pari al 50% della dotazione è riservata alle nuove imprese.
Pertale sezione speciale sono state introdotte modalità semplificate di accesso al Fondo che prevedono la prenotazione della garanzia o della controgaranzia da parte dell'impresa beneficiaria. Le imprese possono richiedere la prenotazione della garanzia, mediante la presentazione al Gestore, tramite posta (raccomandata A/R), fax (0647915005) o posta elettronica certificata bdm-mcc@postacertificata.mcc.it, dell'apposito modulo disponibile sul sito www.fondidigaranzia.it.

martedì 14 gennaio 2014

Dal 6 giugno solo fatture elettroniche per le PA

A partire dal 6 giugno 2014, Ministeri, Agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza,, non potranno più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. La stessa disposizione si applicherà, dal 6 giugno 2015, ai restanti enti nazionali. Inoltre, a partire dai tre mesi successivi a queste date, le PA non potranno procedere al pagamento, neppure parziale, fino all’invio del documento in forma elettronica.

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 22 maggio 2013, numero 118, il secondo decreto attuativo previsto dalla legge 24 dicembre 2007, numero 244, in materia di emissione, trasmissione e ricevimento della fattura elettronica nei rapporti con le amministrazioni pubbliche.
L’obbligo di fatturazione in forma elettronica nei confronti della PA è stato introdotto dalla Finanziaria 2008 (art. 1, comma 209, Legge n. 244/2007), ai sensi della quale la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni pubbliche deve avvenire esclusivamente in forma elettronica e deve essere effettuata attraverso il SdI (Sistema di Interscambio), apposito sistema informatico di supporto al processo di “ricezione e successivo inoltro delle fatture elettroniche alle amministrazioni destinatarie” nonché alla “gestione dei dati in forma aggregata e dei flussi informativi anche ai fini della loro integrazione nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica”.

La gestione dello SdI – le cui modalità di funzionamento sono state definite dal regolamento attuativo approvato con D.M. n. 55 del 13 aprile 2013 – è affidata all’Agenzia delle Entrate, a cui sono demandate le funzioni di coordinamento, controllo e vigilanza in ordine al trattamento dei dati e delle informazioni, nonché di elaborazione di flussi informativi da integrare nei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica, con il supporto informatico di Sogei.

La fattura elettronica ai sensi dell’articolo 21, comma 1, del DPR 633/72 è la sola tipologia di fattura accettata dalle Amministrazioni che, secondo le disposizioni di legge, sono tenute ad avvalersi del Sistema di Interscambio, ed ha le seguenti caratteristiche: il contenuto è rappresentato, in un file XML (eXtensible Markup Language), secondo il formato della FatturaPA. Questo formato è l’ unico accettato dal Sistema di Interscambio; ‘ autenticità dell’ origine e l’ integrità del contenuto sono garantite tramite l’ apposizione della firma elettronica qualificata di chi emette la fattura; e la trasmissione è vincolata alla presenza del codice identificativo univoco dell’ufficio destinatario della fattura riportato nell’ Indice delle Pubbliche Amministrazioni.

Per ogni ulteriore informazione è stato creato l’apposito sito: www.fatturapa.gov.it. Nel sito è prevista una sezione dedicata ai servizi/strumenti, differenziati per utente (operatori economici, PA e intermediari), che consente di:

gestire le procedure di accreditamento dei canali (web, web service, SpCoop, Ftp, Pec), controllare la correttezza o meno del contenuto della fattura replicando i controlli effettuati dal Sistema di Interscambio, monitorare lo stato, all’interno del perimetro del Sistema di interscambio, delle fatture transitate attraverso il medesimo Sistema. simulare, per un periodo determinato di tempo, le fasi del processo (compilazione, invio, ricezione di fatture e notifiche), ricevere assistenza da personale tecnico, tramite l’invio di mail a un contact center.

Articolo tratto da:
http://www.comunicarepa.com/2014/01/dal-6-giugno-solo-fatture-elettroniche-per-le-pa/

domenica 12 gennaio 2014

Nuove procedure per il rinnovo patente auto 2014

Un totale quasi i 5 milioni le patenti di guida in scadenza, questo il numero di automobilisti che nel 2014 dovrà rinnovare il proprio certificato di guida con la nuova procedura che elimina l’etichetta adesiva con la nuova scadenza da apporre sul vecchio documento e prevede invece la stampa della una nuova patente, costituita dal nuovo modello plastificato Card disposto dalla normativa europea, che avrà lo stesso formato dell’attuale ma sarà stampato con nuove modalità laser e criteri antifalsificazione.
Ma ‘la vera innovazione sarà l’utilizzo del web per il trasferimento delle certificazioni necessarie al rinnovo della patente fornite da parte del medico, che dovrebbe permettere di snellire le procedure di stampa, aggiornamento e consegna della nuova patente al cittadino, nel giro di una settimana. Una volta attestati l’idoneità alla guida del soggetto, infatti, sarà il medico ad inoltrare via web il certificato (con foto e firma del cittadino) direttamente al Ced della Motorizzazione che, risponderà con una ricevuta valevole come ‘documento provvisorio’ per poter circolare fino all’arrivo della nuova patente. Assegnando le foto alle generalità del patentato, sarà più semplice effettuare eventuali controlli anti-falsificazione e, più pragmaticamente, sarà più rapido risolvere un furto o uno smarrimento. Al medico arriverà in tempo reale, una ricevuta con tanto di protocollo dove c’è la foto dell’utente, che quindi potrà usarla in attesa dell’arrivo della nuova patente. Intanto il nuovo certificato di guida verrà mandato in stampa, ed entro 7 giorni arriverà all’indirizzo indicato dell’automobilista. Se il cittadino risultasse assente al momento della normale consegna postale, la nuova patente di guida andrebbe in giacenza alle poste per 60 giorni.
I costi restano pressoché invariati: 25 euro (16 euro per la marca da bollo e 9 euro per i diritti della Motorizzazione) più il costo della visita medica. A questo bisogna aggiungere 6,80 euro per la spedizione a domicilio della nuova patente e il costo della fototessera.
Il provvedimento, approvato un mese fa dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, era stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 10 dicembre: trascorsi i canonici trenta giorni, la nuova procedura per il rinnovo della patente di guida diventa effettiva, anche se fino alla fine di gennaio verrà considerato come un ‘periodo di tolleranza’ per permettere agli addetti ai lavori di aggiornarsi ed entrare a regime.
‘’Oltre ad accelerare notevolmente i tempi - ha precisato il Direttore Generale per la Motorizzazione, Maurizio Vitelli - questa nuova procedura permetterà di assegnare delle immagini a tutti i soggetti che hanno la patente. E questo sarà molto utile per le forze dell’ordine e per evitare falsificazioni. Inoltre sarebbe molto più semplice sostituire una patente che si è persa’’.

http://www.infooggi.it/articolo/nuove-procedure-per-il-rinnovo-patente-auto-2014/57842/

martedì 7 gennaio 2014

I dati del mercato ICT 2013 dal rapporto Assinform

In occasione della presentazione dei dati del Rapporto sul mercato ICT relativo all’appena trascorso 2013, l’Associazione Nazionale delle imprese IT afferma che ‘internet, il mobile, l’economia dei social network stanno velocemente trasformando il mondo, spingendo gli investimenti ad aprire nuovi orizzonti tecnologici ed applicativi, generando nuove opportunità di crescita per quei paesi, quei settori economici, quelle imprese che accettano la sfida del cambiamento attraverso l’innovazione digitale’.
Anche in Italia la pressione dell’innovazione tecnologica sta producendo effetti positivi sui segmenti più legati al web ed al mobile. Sviluppo dei contenuti digitali, del segmento software e delle nuove soluzioni ICT, dell’editoria on line, dimostrano che questi segmenti non solo non risentono della crisi, ma sono già dentro l’economia italiana, contribuendo a significative trasformazioni dei modelli di consumo e di business.
Ad ogni modo, i dati confermano che, a fronte di un’economia reale che a livello mondiale è cresciuta dal 2012 del 3,2% rispetto all’anno precedente, il Global Digital Market ha marciato alla velocità di +5,2%, giungendo a coprire quasi il 6% del PIL mondiale. In Europa il tasso medio di crescita del GDM si è attestato a +0,6%, ma il peso dell’economia digitale è giunto al 6,8% del PIL europeo.

Nello stesso periodo, in Italia l’economia reale è calata del -2,4%, mentre il GDM, che rappresenta il 4,9% del PIL nazionale, ha registrato una dinamica del -1,8%. Tale trend pur essendo in attenuazione rispetto all’anno precedente (-2,1% nel 2011), segnala la crisi dei servizi ICT tradizionali, che rappresentano in valore oltre la metà del mercato, a cui si oppone la crescita dei contenuti e pubblicità digitale (+7,2%), e del software e soluzioni ICT (+2,4%).
Paolo Angelucci, Presidente di Assinform sostiene che il nostro contesto nazionale risulta essere ancora troppo poco propenso all’innovazione, e in assenza di ulteriori interventi specifici di sensibilizzazione rispetto a tali tematiche, le stime per i prossimi mesi non possono non essere segnate da pessimismo e pesanti ricadute soprattutto sull’occupazione. Angelucci afferma infatti che: ‘se si darà avvio ad un vero cambiamento nel quadro di riferimento, introducendo elementi di correzione degli assetti attuali, fra i quali una forte accelerazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, allora si potrà iniziare a vedere davvero una luce in fondo al tunnel’.
Intraprendere queste scelte significa impegnare il Paese in uno sforzo corale, che va sostenuto sulla base di un quadro di riferimento istituzionale normativo e organico e favorevole, ovviamente, all’innovazione.
Occorre creare le condizioni affinchè per le imprese e le PA sia possibile valorizzare tutte le novità e sfruttare le enormi potenzialità che le nuove tecnologie offrono, riorganizzare e razionalizzare i processi, innovare prodotti e servizi, dotarsi di nuove competenze e, non ultimo, creare occupazione.

sabato 4 gennaio 2014

Comunicato stampa del blog 'Economia della conoscenza (ICT & KM) apparso su Comunicare.Pa

Le nuove tecnologie hanno migliorato la qualità della vita. Ancora non pienamente valutabili sono i progressi nei prossimi decenni nel campo della tecnologia della informazione e comunicazione, delle biotecnologie, della genomica, della ricerca biomedica, dei nuovi materiali. La diffusione delle tecnologie è favorita dalla crescente globalizzazione e dalla caduta dei loro costi e spinge alla adozione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro.
La novità di questo tipo di cambiamenti, rispetto ai progressi registrati nei secoli scorsi, sta soprattutto nella velocità con cui si producono conseguenze sulla società. Un impatto che determina profonde trasformazioni della vita quotidiana non solo negli aspetti medici e tecnologici, ma anche in quelli delle relazioni sociali e familiari.
La rivoluzione digitale ha un carattere che inevitabilmente segna lo sviluppo delle relazioni umane e interpersonali. La rete Internet non è solo un insieme di interconnessioni tra punti di accesso. È soprattutto una nuova forma di socialità attraverso cui diventa possibile formare nuove relazioni libere dal vincolo territoriale.
La recente filiazione dell'economia della conoscenza dall'economia dell'informazione è assolutamente riduttiva rispetto al ruolo reale che la conoscenza ha svolto come forza produttiva, assai prima che esistessero i computers e gli automatismi informatici.

Possiamo dire che la conoscenza è stata sempre - anche nel passato remoto - una risorsa importante ai fini della produzione (la produzione dell'homo sapiens è in effetti un'attività "sapiente" perché si distingue da tutte le altre attività produttive, naturali o animali, dal momento che impiega nel lavoro le capacità intellettuali del cervello umano), ma diventa forza produttiva fondamentale solo con l'età moderna, ossia in corrispondenza di quel passaggio fondamentale che fa emergere la conoscenza scientifica come conoscenza autonoma, libera dal potere della religione, della tradizione e dell'autorità politica.
Le conoscenze impiegate per produrre significati, esperienze e servizi, infatti, non si consumano con l'uso. Esse, anzi, mantengono o accrescono il loro valore man mano che vengono ri-usate, propagandosi ad usi successivi, man mano che il loro bacino di applicazione si amplia, nello spazio e nel tempo.
E' questo il presupposto da cui nascono le esperienze innovative di propagazione della conoscenza attraverso canali non consueti che hanno come linea di sviluppo strategica la ricerca di forme di propagazione delle conoscenze che organizzino moltiplicazione, condivisione e riflessività in forme compatibili con il criterio di sostenibilità degli investimenti in apprendimento, con cui rialimentare continuamente il processo.

Il Blog ‘Economia della conoscenza (ICT & Knowledge Management), raggiungibile dall’indirizzo web www.economia-conoscenza-itc-km.blogspot.it, si occupa delle dinamiche di gestione della conoscenza legate ai nuovi scenari tecnologici; il tutto in un'ottica di business e di economia della conoscenza. In particolare, gli argomenti trattati sono: knowledge management, knowledge workers, ICT innovation, web 2.0, innovazione della PA, document management, innovazione dei processi educative e didattici, collaboration, groupware, social business, enterprise 2.0, social network analysis, knowledge organization, learning organization.

Comunicare.PA del 3 gennaio 2014

[http://www.comunicarepa.com/2014/01/blog-economia-della-conoscenza-ict-km/]

giovedì 2 gennaio 2014

Risultati della Consultazione Pubblica per le riforme istituzionali (Executive Summary)

IL PROCESSO
La consultazione pubblica sulle riforme costituzionali è stata articolata su due questionari di differente ampiezza e approfondimento: un “questionario breve” e un “questionario di approfondimento”. Le domande prevedevano delle scelte opzionali con l’aggiunta di alcuni campi aperti, ed erano corredate da didascalie, approfondimenti e un glossario. La consultazione ha incluso inoltre una fase di dibattito online sulla piattaforma CIVICI. Durante il periodo della consultazione sono stati organizzati diversi eventi e campagne di
sensibilizzazione per coinvolgere ed informare i cittadini di diverse fasce d’età, abilità e competenze.
La metodologia per la costruzione dei questionari e per la validazione dei relativi risultati ha seguito strutturalmente i passi tipici di una rilevazione statistica di ampio raggio, sebbene la consultazione non ne abbia le caratteristiche di rappresentatività.
Il corpus di informazioni emerso dalla consultazione e a disposizione del Dipartimento per le Riforme Costituzionali è costituito da:
- 131.676 questionari brevi validati, con l’aggiunta di 45.052 commenti testuali al questionario;
- 71.385 questionari di approfondimento validati, con l’aggiunta di circa 32.000 commenti testuali al questionario distribuiti tra commenti alla domanda 1 (Forma di Governo), alla domanda 7 (strumenti di democrazia diretta) e commenti all’intero questionario;
- 595 proposte e 1763 commenti all’interno dello spazio di discussione pubblica su CIVICI, a cui si aggiungono le 27 proposte tratte dalla Relazione Finale della Commissione Riforme Costituzionali, anch’esse discusse dai cittadini.
L’analisi ha utilizzato tutte le informazioni prodotte dalla consultazione, compreso l’aggregato dei feedback ricevuti dai cittadini tramite Linea Amica e i diversi canali di comunicazione associati.


I DATI DELLA PARTECIPAZIONE
4 milioni di minuti spesi dai partecipanti alla consultazione;
4 milioni di pagine viste e 475.000 visite al sito, di cui oltre 21% da tablet o cellulari;
Partecipazione distribuita in misura omogenea tra i 18 e i 68 anni;
Hanno compilato il questionario: 66% uomini, 34% donne;
Titolo di studio: 43% diploma superiore, 32% laurea, 12% dottorato o master, 11% licenza di scuola media inferiore;
Professioni: 21% impiegati, 15% pensionati, 14% funzionari, 11% studenti, 8% liberi professionisti;
450 amministrazioni ed enti pubblici coinvolti nella diffusione.


LE PRINCIPALI INDICAZIONI DAI QUESTIONARI
PARLAMENTARISMO O SEMI PRESIDENZIALISMO? Forte volontà di cambiamento, ma opinioni diverse su come cambiare la forma di governo. Dal questionario breve emerge che il 26,3% dei rispondenti vuole mantenere lo status quo, mentre il 68,1% dei partecipanti ha voglia di cambiamento. Di questo 68,1% che ha
voglia di cambiamento, il 29,1% rafforzerebbe i poteri del governo (parlamentarismo razionalizzato), il 39% vorrebbe l’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Nel questionario di approfondimento, emerge invece che il 44% preferisce un sistema Semi-Presidenziale, mentre il 51,9% vorrebbe mantenere comunque una forma di governo di tipo parlamentare.
BICAMERALISMO PARITARIO L’87,8% dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. Di questi, il 41,8% propone il monocameralismo e il 40% propone di differenziare sia le funzioni che la composizione del Senato, indicazione confermata anche dalla fase di discussione pubblica. Dal questionario di approfondimento emerge che il 56% dei partecipanti preferirebbe un Senato composto da rappresentanti
provenienti dagli Enti territoriali (per il 60%, sia da Regioni che Comuni)

EFFICIENZA DEL PARLAMENTO
Ridurre il numero dei parlamentari è considerato da 54% dei partecipanti di massima o alta priorità. Poi riduzione di indennità e benefici accessori, miglioramento della qualità e della
quantità e tempi di produzione delle leggi e trasparenza dell’operato del parlamento. Esigenza di generale efficientamento dei lavori parlamentari, confermata dalla discussione pubblica e da reazioni positive alle proposte della Commissione Riforme Costituzionali.

STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA
REFERENDUM ABROGATIVO: Il 69% dei cittadini vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il raggiungimento della validità del risultato del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la sua richiesta; NORME ABROGATE IN SEGUITO AD UN REFERENDUM: Per il 64,7% dei rispondenti ai quesiti, le norme abrogate in seguito ad un referendum non dovrebbero essere reintrodotte per un numero ragionevole di anni, per il 22,5% non prima delle successive elezioni. LEGGI DI INIZIATIVA POPOLARE Per il 92% dei rispondenti le devono sempre essere discusse, anche se per il 38,5% occorre aumentare il numero minimo di cittadini che sottoscrivono la proposta. REFERENDUM PER CONFERMARE LE MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE il 41,9% dei rispondenti alla consultazione ritiene che le condizioni attualmente previste dalla costituzione siano sufficienti, il 38,4% chiede che sia fatto in ogni caso (senza necessità di richiesta).

AUTONOMIE TERRITORIALI
ORGANIZZAZIONE DEGLI ENTI LOCALI. L’88,2% dei rispondenti al questionario breve ritiene che l’attuale
organizzazione degli enti locali sia da modificare sostanzialmente; Il 42,1% vorrebbe farlo abolendo le Province, mentre il 46,1% vorrebbe semplificare l’attuale assetto accorpando enti e riorganizzandone le varie
funzioni. REGIONI: il 36% dei rispondenti al questionario di approfondimento vorrebbe ridefinire l’assetto delle Regioni accorpandone alcune, il 7% vorrebbe che ci fosse un accorpamento volontario; Il 38% non vorrebbe incidere sul numero ma rafforzarne gli strumenti di cooperazione e coordinamento istituzionale; L’11% vorrebbe invece che si mantenesse l’assetto attuale. PROVINCE: 8% dei cittadini vuole mantenere l’attuale struttura, 16% vorrebbe ridurne il numero; 72% vorrebbe sopprimerle, trasferendone altrove le funzioni. PICCOLI COMUNI: per il 50,1% dei rispondenti occorre fissare un numero minimo di abitanti.

AUTONOMIE TERRITORIALI: COMPETENZE LEGISLATIVE CONCORRENTI
Riorganizzazione e semplificazione dell’assetto per l’82% dei rispondenti al questionario breve.
Il 65% dei rispondenti vorrebbe aumentare le materie di competenza esclusiva dello Stato, il 17% vuole modificarne il regime, attribuendole o allo Stato o alle Regioni.
Tra le materie da attribuire alla competenza esclusiva dello Stato, netta prevalenza di Tutela della Salute, Tutela e sicurezza del Lavoro, Rapporti internazionali e con la Ue, Energia, Grandi reti di Trasporto e Istruzione (fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche).
Si sono inoltre confrontate le indicazioni dei cittadini e quanto prodotto dalla Commissione Riforme Costituzionali e questo confronto ha mostrato un grado di coerenza elevato.
Infine, una nota significativa dall’analisi dei commenti testuali ai due questionari e dalle sollecitazioni ricevute
tramite i diversi canali di comunicazione disponibili ai cittadini: la grande maggioranza sollecita l’importanza di tenere in considerazione i risultati della consultazione, e la speranza che l’iniziativa abbia un impatto tangibile sulle decisioni del Governo.

La presentazione e pubblicazione dei risultati della consultazione in forma sintetica (executive summary) e estesa, sarà seguito da alcuni passi, che possiamo distinguere in tecnici, istituzionali e metodologici.


Passi tecnici
I risultati della consultazione, nella forma di questo rapporto, saranno pubblicati sui siti istituzionali www.partecipa.gov.it, www.governo.it, www.riformecostituzionali.gov.it e su tutti i siti delle amministrazioni che, avendo collaborato all’iniziativa, vorranno darne diffusione.
In una fase immediatamente successiva i dati, opportunamente normalizzati secondo i criteri del segreto statistico, saranno condivisi in formato open con licenza CC-BY 3.0, per permettere a ricercatori, giornalisti ed ogni cittadino di sviluppare analisi ad hoc.
Il codice sorgente dell’applicativo sviluppato sarà quindi reso scaricabile, compatibilmente con i tempi tecnici di rilascio, in licenza. Tutti i contenuti raccolti per il sito (materiali, note informative e glossario) e i materiali grafici prodotti (loghi, banner e leaflet associati a “partecipa.gov.it”) vengono immediatamente messi a disposizione della Presidenza del Consiglio.

Passi istituzionali
I risultati della consultazione pubblica sono consegnati alla Presidenza del Consiglio il 12 Novembre e, nei giorni successivi, consegnati e presentati insieme a questo rapporto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e ai presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali.
Il Ministro e il Governo si faranno carico di illustrare i risultati e collocare l’orientamento dei cittadini all’interno del percorso di riforme, insieme alle alla Relazione della Commissione Riforme Costituzionali, per permettere al Parlamento di prendere decisioni informate sulla base di un corpus completo di indicazioni.

Passi metodologici
Il progetto Partecipa! non si esaurisce con la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali. Come deciso congiuntamente alla Presidenza del Consiglio in sede di costruzione dell’iniziativa, Partecipa! è stato immaginato per costituire il punto di partenza per un impegno di lungo periodo del Governo italiano verso politiche di open government innovative e sempre più efficaci, anche in ottica di efficienza amministrativa. A partire dal 12 Novembre, il gruppo di lavoro di Partecipa! lavora in collaborazione con il team della Presidenza alla progettazione della transizione di www.partecipa.gov.it in spazio per altre iniziative del Governo, capitalizzando sulle competenze e le sinergie organizzative sviluppate per la consultazione pubblica sulle riforme costituzionali.
Alcuni membri del gruppo di lavoro di Partecipa!, a margine di questo rapporto, stanno inoltre lavorando a pubblicazioni scientifiche di respiro internazionale a partire dagli insegnamenti dell’iniziativa e sono aperti a collaborazione di ricerca e dibattiti approfonditi sul metodo sviluppato, con l’obiettivo di collaborare per avanzare con forza il dibattito su e-participation e open government nel nostro Paese.

Partecipare per semplificare

‘Semplificare per crescere e liberare risorse per lo sviluppo del paese. Semplificare per dare certezza ai diritti dei cittadini. Semplificare per una amministrazione che funzioni meglio e costi meno’. Questi gli intenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione e della consultazione on line indetta per semplificare i 100 procedimenti amministrativi più complessi, come risposta al decreto legge n.69 del 21 giugno 2013 - "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia" (decreto del ‘Fare’).
Il decreto convertito con la legge 9 agosto 2013, n.98, contiene al Titolo II – Capo I numerose misure che contribuiranno a recuperare lo svantaggio competitivo dell'Italia e a liberare risorse per la crescita e lo sviluppo del paese.
A tal proposito, il 16 ottobre 2013 è stata lanciata la consultazione "Le 100 procedure più complicate da semplificare", per individuare i processi amministrativi e gli adempimenti più onerosi che gravano sulle imprese e sui cittadini sui quali è necessario intervenire.
Attraverso questa consultazione pubblica, realizzata in collaborazione con l'Anci, la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e l'UPI, vengono raccolte indicazioni sulle procedure più complicate e relative proposte di intervento che nascono dai problemi vissuti nell'esperienza quotidiana.
La partecipazione dei cittadini e delle imprese e delle loro associazioni rappresenta un fattore indispensabile di una politica di semplificazione. Le associazioni imprenditoriali Confindustria e Rete Impresa Italia (Confartigianato, Confcommercio, CNA, Confesercenti, Casartigiani) parteciperanno a tutte le fasi delle attività di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi: individuazione degli adempimenti ad alto impatto da sottoporre a misurazione, mappatura delle procedure; stima degli oneri; elaborazione delle proposte di semplificazione e stima dei risparmi.
Attraverso questa consultazione verranno raccolte le indicazioni, che nascono dai problemi vissuti quotidianamente dalle imprese e dai cittadini, su quali sono le procedure e gli adempimenti più complicati, le proposte e le priorità sulle quali intervenire, con la possibilità di suggerire idee e proposte per rendere più snello il rapporto con la pubblica amministrazione.
La consultazione resterà aperta fino al 20 gennaio 2014. Per partecipare: http://www.magellanopa.it/semplificare/default.asp.


[http://www.infooggi.it/articolo/partecipare-per-semplificare/57172/]